Stiamo uscendo dall’emergenza, due mesi chiusi in casa e gli italiani hanno scoperto che la casa non è solo un dormitorio!

Un’esperienza triste, ma che ha anche offerto la possibilità di leggerci dentro sotto tanti punti di vista. Tutto ciò che abbiamo dato per scontato fino ad oggi abbiamo scoperto che sono state vere e proprie conquiste, e ora dobbiamo ambire a nuove conquiste.

In 2 mesi sono cambiate tantissime cose: la scuola ha avuto la capacità di “svecchiarsi” in due settimane, tutti gli ordini e gradi hanno attivato le video lezioni. Dalle elementari alle università.
Anche le generazioni più restie alla tecnologia si sono dovute adattare al cambiamento: dirette Whatsapp con nipotini e figli. Aperitivi virtuali, feste di compleanno a distanza. Cose impensabili fino all’8 marzo 2020!

Smart working: anni a parlarne e teorizzarlo.
Raramente sono nati progetti concreti, oggi diventa necessità e le aziende hanno scoperto una forma di flessibilità importante ed anche il fruitore ne ha apprezzato il ricorso a questa formula. Tutto coniugato anche con la presa di coscienza che può ridurre i costi e aumentare la produttività.

Anche l’ambiente ha ringraziato e la qualità delle nostre città hanno particolarmente apprezzato.

Vogliamo parlare della share economy?
Tutte le nuove tendenze dei millennials “cittadini del mondo” che non vogliono una casa per non mettere radici. La generazione che crede nell’uso e non nel possesso, oggi ha riscoperto la casa come “bene rifugio”. Rifugio per la propria salute, luogo del benessere della propria famiglia. Un nido che ti protegge da tutto.
Tutti coloro che potevano (anche se non potevano) hanno fatto in modo di rientrare nelle proprie case e dalle proprie famiglie.

La casa che si conferma come bene rifugio anche dalla volatilità della borsa. La casa non è capace di perdere il 30/40 % del valore in pochi giorni:

(fonte Borsa Italiana – Indice FTSE MIB)

(fonte Immobiliare.it – Mercato Immobiliare appartamenti Bologna)

 

Come sono le case degli italiani?

“Piene di difetti”!

Dopo 2 mesi di convivenza forzata con il proprio appartamento sono emersi tutti i difetti che hanno radicalmente trasformato i desiderata delle persone. Un solo bagno, nessun balcone, niente verde sono solo alcuni dei macro-difetti.

E’ chiaro che fra “volere” e “potere” c’è tutta la differenza del mondo, ma questi 2 mesi possono radicalmente cambiare la domanda del mercato immobiliare negli anni a venire.

Non più semplici dormitori, dove poter fare una doccia e allungarsi su un divano a guardare una TV.
Non più solo muri e metri quadrati, ma case che offrano esperienze e qualità dell’abitare.

Dichiara Mario Breglia, Presidente Scenari Immobiliari«Aver vissuto per settimane in case vecchie o senza balconi, cambierà le prospettive di investimento della famiglia. Piuttosto che il nuovo modello di suv, meglio una casa con una stanza in più. La domanda residenziale, che è sempre di lunga durata, crescerà e avrà bisogno di prodotti (nuovi o di recupero) adatti ai tempi, immobili di alta qualità capaci di offrire un ambiente di vita e di lavoro sicuro e salubre».

Una stanza in più!
Se lo smart working diventerà sempre più realtà, servirà una stanza in più da adibire a studio ed isolarsi dalla famiglia per evitare situazioni imbarazzanti di cui i social ci hanno crudelmente aggiornati durante questo periodo.

A tal riguardo l’Architetto Mario Cucinella dichiara «Lo smart working è un metodo di lavoro che apre scenari interessanti e sicuramente da migliorare e considerare per il futuro ma che non può sostituire completamente il rapporto sociale del nostro lavoro».

La casa per gli italiani diventa sempre più anche un luogo di socialità, di aggregazione con familiari e amici e dopo questa negazione forzata è stato riscoperto il valore della natura e degli spazi aperti e del verde.

Una casa da vivere in qualità, e che sia un investimento anche per il futuro.

Infatti c’è stata una riscoperta delle periferie, Luca Frassi – Co CEO di Idealista in una delle tante dirette online a cui abbiamo assistito in questo particolare momento storico. Luca conferma questa tendenza analizzando i dati sulle ricerche effettuate sul loro portale immobiliare.

Una voglia di qualità che si sposa anche con il rispetto dell’ambiente e quindi sul risparmio energetico.
Lo conferma un’indagine Enea di questo trend in atto dove quasi l’80% delle transazioni di immobili di nuova costruzione ha riguardato abitazioni nelle classi energetiche A o B.

Le case devono innovarsi tecnologicamente

Proprio perché all’orizzonte si prevede questa dinamica, “l’intera filiera dei servizi immobiliari è chiamata – esorta il presidente di Scenari Immobiliari – a innovarsi sia dal punto di vista tecnologico sia dei prodotti da offrire. Si chiederà sempre più attenzione alla qualità e alla sostenibilità”

E non dimentichiamo, che nonostante le incertezze fisiologiche del periodo, non possiamo evitare di lanciare un messaggio di ottimismo.
È ancora il momento giusto per valutare l’acquisto di una casa nuova anche grazie al ritorno dei tassi di interesse attorno ai minimi storici.

In un momento in cui si tenta di congelare le rate mutuo in essere, non è mai stato così conveniente sottoscriverne uno come in questo periodo. Il tasso EURIRS è negativo e potrebbe garantire mutui a tasso fisso a condizioni veramente convenienti.


Fonti